Playing the Fool

Torno al mio umile bloghino per parlare di libri, nel segnalare un testo che mi è piaciuto ed è stato ingiustamente infamato da chi lo ha letto con una superficialità disarmante.

Sto parlando di Il Mercante di Morte, secondo volume della serie Playing the Fool, scritto da Lisa Henry e J. A. Rock, tradotto e distribuito in Italia da Triskell Edizioni.

Le mie non sono mai delle vere e proprie recensioni, ma semplici impressioni su testi che mi colpiscono, dunque non riporterò la trama. Vi basti sapere che si assiste al classico rapporto tra agente federale/soggetto in custodia, dove inizia a farsi strada la passione.

Henry Page è un vero truffatore professionista, è stato paragonato al personaggio di Leonardo Di Caprio nel film Prova a Prendermi. Mentre Mac, Ryan Mc Guinness, è il tipico agente schivo, poco paziente, che deve limitare caffè e zuccheri, cosa che lo rende ancor più nervoso.

In questo secondo volume, Henry se la fila dall’hotel dove l’FBI lo ospita in vista di un’importante testimonianza, per correre in aiuto della gemella dalla salute mentale gravemente compromessa, a causa di un incidente di cui il ragazzo si ritiene responsabile. La giovane risiede in un istituto di cura, molto costoso, che ha recentemente cambiato gestione e che la spaventa per la presenza di un “angelo” che ha ucciso il suo anziano amico della stanza accanto.

Visto il turbamento della sorella, il ragazzo decide di aiutarla, per sincerarsi che non corra pericoli. Ma come fare?

Piccolo inciso: il vero nome di Henry è Sebastian, mentre la sua gemella si chiama Viola, nomi presi da La dodicesima Notte di Shakespeare. E proprio a pane e Shakespeare sono stati cresciuti questi ragazzi, tanto che a volte lui vive la vita come in una commedia del bardo. Fatto carino, che molti di noi inconsciamente fanno ogni giorno.

Dunque, come nelle commedie del suo idolo, Sebby/Henry, messa al sicuro la sorella con i suoi amici truffatori, decide di sostituirsi a lei, sfruttando la forte somiglianza e il loro aspetto androgino.

Azzardato?

Sì, molto.

Disturbante per il lettore?

Per niente, anzi, incuriosisce e spinge ad andare avanti per vedere quanto il travestimento possa risultare credibile.

Parrucca professionale, trucco eseguito dall’amica artista, reggiseno imbottito e abiti della sorella, Henry entra nella clinica, come se fosse Viola di ritorno dalla fuga.

Apparentemente, tutto funziona, subisce una ramanzina, ma nessuno sembra insospettirsi del suo aspetto.

La voce…

Vero che un uomo che parla in falsetto è qualcosa di ridicolo, che non riuscirebbe mai a passare per una vera donna. Ma ricordate il film A Qualcuno Piace Caldo? Abbiamo riso, ci è piaciuto e, anche se Jack Lemmon e Tony Curtis erano improbabili nei panni di ragazze, nessuno ha mai detto “Che schifo di film, nessuno si accorge della cosa!“ In questo caso è uguale. La sospensione dell’incredulità ci prende e parteggiamo per l’eroe.

Così, di soppiatto, Henry fa quello che gli riesce meglio: ficca il naso negli affari della direzione e trova stralci di missive che lo mettono in allarme, dando ragione ai sospetti di Viola.

Nel frattempo, l’agente dell’FBI è risalito alla sorella del suo testimone e giunge alla clinica, senza aspettarsi di trovarci Henry stesso. Dopo un momento di smarrimento, e di attrazione, il giovane gli chiede aiuto e Mac, recalcitrante, gli promette di approfondire, anche se la cosa potrebbe metterlo nei guai con la sua già precaria situazione lavorativa.

Le indagini vanno di pari passo con la crescita della consapevolezza della profondità dei sentimenti che uniscono l’improbabile coppia. Entrambi avrebbero tutto da perdere da quell’unione, ma l’affinità è perfetta, da spingerli a dimenticare ogni remora.

Tassello dopo tassello, la colpevolezza del responsabile della clinica viene ricostruita, non senza grossi rischi per l’infiltrato e il suo salvatore.

Dopo la soluzione del caso, i protagonisti sono costretti a una fuga, con Viola al seguito, verso… dove tutto ebbe inizio, nel terzo volume della serie.

Un tipico romanzo avventuroso, che ti tiene incollato alle pagine per la vivacità dei dialoghi tra i protagonisti e le situazioni originali.

Ciò che è stato segnalato come difetto, io lo trovo un pregio: siamo davanti a una classica opera d’evasione, di cui si ha bisogno per staccare dal cinismo quotidiano.

C’è anche un macro caso poliziesco, che dirige l’intera vicenda, attraverso i tre volumi. Anche in questo caso, scopriamo le cose pian piano, nel restare in aspettativa. Il lettore diventa complice di Henry, per le verità celate all’amante, in una situazione da commedia degli errori.

Tutto sommato, non sarà un capolavoro della letteratura -ma non mi aspettavo ciò quando l’ho preso- però funziona e appassiona. Io l’ho divorato tutto d’un fiato, senza perdermi i particolari che chi lo ha criticato non ha colto, ve lo consiglio se desiderate svagarvi con avventura e un pizzico di eros.

Informazioni su calloflife

Sono un'autrice soft erotica tra fantasy e gender short stories. Potete trovare i miei racconti in ebook sulle principali piattaforme digitali.
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